Patologie autoimmuni nelle pre-adolescenti italiane e vaccinazione anti-HPV

A cura della Commissione Vaccini della SIAIP: Marta Luisa Ciofi degli Atti1 (coordinatore), Chiara Azzari2, Giorgio Bartolozzi3, Susanna Esposito4, Gaetano Maria Fara5, Milena Lo Giudice6, Caterina Rizzo7

1Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma; 2Ospedale Meyer, Università di Firenze; 3Università di Firenze; 4Dipartimento di Scienze Materno-infantili, Università di Milano, Fondazione IRCCS Ca Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano; 5Sapienza Università di Roma; 6Pediatra di Famiglia, Palermo; 7 Reparto Epidemiologia Malattie Infettive, CNESPS, ISS, Roma

La percezione della sicurezza dei vaccini rappresenta un elemento cruciale per il successo delle strategie vaccinali. La distinzione tra eventi che si verificano a breve distanza da una vaccinazione per pura coincidenza temporale ed eventi avversi causati dalla vaccinazione può infatti essere difficile. D’altra parte, la probabilità di una associazione puramente temporale tra una vaccinazione e l’esordio di una data patologia è direttamente proporzionale alla copertura vaccinale raggiunta, ed aumenta rapidamente con l’avvio di una campagna vaccinale. I dati ad oggi disponibili non mostrano un incremento di incidenza delle malattie autoimmuni nelle vaccinate per HPV, né la presenza di cluster di esordio delle malattie rispetto alla dose, al calendario vaccinale o all’età. In Italia, le informazioni sulla frequenza di patologie autoimmuni nelle adolescenti sono estremamente limitati. La disponibilità di dati nazionali sulla frequenza di patologie autoimmuni in questa fascia di età dovrebbe essere migliorata, in modo da poter valutare eventuali scostamenti rispetto all’atteso avvenuti dopo l’introduzione della vaccinazione anti-HPV, e garantire una adeguata informazione sia degli operatori sanitari che della popolazione target della campagna vaccinale.

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