Importanza della vaccinazione antinfluenzale nei pazienti pediatrici in epoca COVID-19

A cura della Commissione Vaccini della SIAIP Maria Sangerardi 1, Giorgio Ottaviano 2, Mayla Sgrulletti 3, Loredana Chini 3, Rosa Maria Dellepiane 4, Baldassarre Martire 5, Davide Montin 6, Caterina Rizzo 7, Viviana Moschese 3 (coordinatrice)

1 Unità di Pediatria, Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico, Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII”, Bari; 2 Molecular and Cellular Immunology Unit, University College of London, Great Ormond Street Institute of Child Health, London, United Kingdom; 3 UOSD Immunopatologia e Allergologia Pediatrica, Università di Roma Tor Vergata, Policlinico Tor Vergata, Roma; 4 UOC Pediatria Media Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano; 5 Unità di Pediatria e Neonatologia, Ospedale “Monsignor A.R. Dimiccoli”, Barletta; 6 Dipartimento di Pediatria e Sanità Pubblica, Ospedale Pediatrico Regina Margherita, Università di Torino; 7 Innovation and Clinical Pathways Unit, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, IRCCS, Roma

Il virus dell’influenza causa ogni anno, nel mondo, un miliardo di casi di malattia. Come riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel corso delle epidemie influenzali stagionali da 3 a 5 milioni di persone contraggono la patologia in forma grave e da 290.000 a 650.000 muoiono per peggioramento della condizione respiratoria. In Italia, in particolare, circa l’8% (range 4-15%) della popolazione ne è annualmente colpita con in media 8.000 decessi correlati alla malattia e alle sue complicanze (40.000 morti l’anno nei Paesi dell’Unione Europea secondo le stime del Centro Europeo per il controllo delle malattie, ECDC). Durante le epidemie influenzali stagionali i soggetti a maggior rischio di malattia grave sono i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani e coloro che presentano condizioni di rischio come alcune malattie croniche (es. diabete, immunodeficienze, patologie cardiovascolari, respiratorie, renali, epatiche, neurologiche). I bambini, in particolar modo, rappresentano la fetta di popolazione più colpita durante le epidemie influenzali annuali (l’incidenza cumulativa decresce con l’aumentare dell’età) e giocano, altresì, un ruolo chiave nella trasmissione del virus all’interno della comunità. Secondo il Report epidemiologico di Influnet (rete italiana della sorveglianza dell’influenza coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il sostegno del Ministero della Salute) nella quinta settimana del 2020, a fronte di un picco di casi di influenza stagionale pari a 13 casi per mille assistiti, si è registrata, nei bambini al di sotto dei 5 anni di età, una incidenza circa 3 volte più alta, ossia pari a 39.8 casi per 1000 assistiti. Inoltre, i dati dei sistemi di sorveglianza evidenziano che annualmente il 30-40% dei bambini italiani (fascia di età 0-14 anni) contrae tale patologia. Ne deriva, pertanto, che l’intervento mirato alla prevenzione dell’infezione in età pediatrica può più di tutti modificare la curva epidemica all’interno della popolazione generale e quindi ridurre il carico di malattia dovuto a questo tanto invisibile quanto dannoso microrganismo.

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