Cambiamenti climatici e allergie

a cura della Commissione Asma della SIAIP: Raffaele Amelio1, Claudia Calogero2, Piera Catania3, Iolanda Chinellato4, Vincenzo Ragazzo3, Lorenza Serradori5, Michele Miraglia del Giudice6 (coordinatore)

1 UOC Pediatria, Nido e Neonatologia, Ospedale “Dono Svizzero”, Formia (Latina); 2 SODs di Broncopneumologia, Azienza Ospedaliero- Universitaria Anna Meyer, Firenze; 3 UOC Pediatria, Nuovo Ospedale San Giuseppe, Empoli; 4 Dipartimento di Pediatria, Università di Verona; 5 A.O. G. Salvini, Garbagnate, Milano; 6 Dipartimento della Donna del Bambino e di Chirurgia gen. e spec., II Università di Napoli

Negli ultimi anni si sono verificati cambiamenti notevoli nella qualità dell’aria e nella produzione del polline soprattutto a causa delle emissioni di gas inquinanti di origine umana. Gli agenti inquinanti ambientali come il diossido di nitrogeno (NO2), l’ozono (O3), il particolato (PM) e i componenti del PM comprendenti il carbonio organico e i composti organici volatili (VOCs) sono stati correlati con l’incremento delle malattie allergiche e dell’asma. Diversi studi confermano come l’ospedalizzazione per asma aumenti parallelamente al livello del particolato. Tra i cambiamenti climatici vanno considerati anche l’aumento della temperatura terrestre. L’attività umana ha un effetto determinante sul riscaldamento terrestre attraverso la produzione di gas serra. È stato dimostrato che l’aumento del polline ad alte temperature comporta un significativo incremento della sua allergenicità, inoltre l’aumento dei livelli di CO2 stimola la produzione di polline attraverso la fotosintesi e ne incrementa la crescita. Temperature più alte favoriscono anche una maggiore produzione di ozono. L’ossido nitrico (NO) si produce quando il nitrogeno reagisce con l’ossigeno ad alte temperature, per lo più in seguito a processi di combustione come quello dei motori dei veicoli. NO e ozono sono responsabili di incremento dei livelli dei mediatori pro-infiammatori, e della sensibilità allergenica, specialmente in individui con asma. In conclusione è previsto un incremento crescente di malattie correlate al cambiamento climatico, specialmente per quanto riguarda l’allergia e l’asma, a causa dei cambiamenti nella quantità e qualità dei pollini e nella loro distribuzione, e a causa delle variazioni nel tempo e nella durata (dilatata) della stagioni pollinica.

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