Test di provocazione orale per additivi alimentari

a cura della Commissione Allergia Alimentare della SIAIP: Enza D’Auria 1 , Loredana Chini 2 , Iride Dello Iacono 3 (coordinatore), Giovanna Monti 4 , Piercarlo Poli 1 , Giovanni Simeone 5 , Giovanni Traina 6 , Maria Carmen Verga 7 , Pasquale Comberiati 8

1  Clinica Pediatrica, Ospedale San Paolo, Università degli Studi di Milano; UOSD Pediatria e Gastroenterologia Pediatrica, Sez. Allergologia-immunologia pediatrica, Policlinico Tor Vergata, Università di Roma Tor Vergata; UOS Pediatria, Ospedale Fatebenefratelli, Benevento; Dipartimento di Scienze Pediatriche e dell’Adolescenza Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino; Pediatra di Famiglia ASL Brindisi, Distretto di Mesagne; UOC di Pediatria e Neonatologia, Dipartimento di Pediatria, Ospedale S. Corona, Garbagnate Milanese (MI); Pediatra di Famiglia, ASL Salerno; Clinica Pediatrica, Università di Verona

Gli additivi alimentari sono sostanze intenzionalmente aggiunte agli alimenti in virtù delle loro proprietà conservanti, ispessenti, coloranti, insaporenti, dolcificanti o antiossidanti. Nonostante la grande quantità di additivi attualmente impiegati dall’industria alimentare, solamente un numero molto ristretto è stato associato a reazioni avverse. Tra questi i principali sono: i coloranti chimici, i solfiti, il glutammato monosodico, i nitrati e nitriti, i parabeni e l’aspartame.

Le reazioni avverse da additivi alimentari più frequentemente segnalate in letteratura sono l’orticaria cronica, l’angioedema, le esacerbazioni asmatiche e l’anafilassi. Tuttavia la presenza di una vera sensibilizzazione per additivi alimentari è rara, oltre che difficile da dimostrare. Tale difficoltà consiste innanzitutto nella mancanza di test cutanei standardizzati per additivi alimentari. Il test di provocazione orale è attualmente il solo strumento diagnostico in grado di stabilire un nesso di causalità tra sintomi e assunzione di un additivo alimentare. Tuttavia, il test di provocazione orale per additivi alimentari è ancora una procedura gravata da diverse difficoltà operative, quali la scelta delle dosi, la modalità e gli intervalli di somministrazione. Per alcuni additivi, quali i solfiti e il glutammato monosodico, sono stati pubblicati studi con specifici riferimenti per il dosaggio, mentre per altri occorre utilizzare una dose stimata superiore a quella ingerita in un singolo pasto, non superando la dose massima giornaliera accettabile.

Le reazioni allergiche ad allergeni presenti negli alimenti a cui sono stati aggiunti gli additivi sono molto più frequenti e dovrebbero essere sempre considerate per prime in caso di sospetta reazione avversa alimentare.

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