L’enterocolite allergica: quando sospettarla, come diagnosticarla

Iride Dello Iacono 1 , Giovanna Monti 2

1 Unità Operativa di Pediatria e Allergologia, Ospedale Fatebenefratelli, Benevento; 2  Allergologia Ospedale Infantile Regina Margherita, Città della Salute e della Scienza, Torino

La food protein-induced enterocolitis syndrome (FPIES) rappresenta una forma di allergia alimentare non IgE-mediata, non ancora perfettamente conosciuta. I pazienti, più frequentemente, esordiscono con la forma acuta che si manifesta con vomito ripetuto, a proiettile, pallore, disidratazione e letargia, in media dopo 1-3 ore dall’assunzione dell’alimento trigger. La forma cronica, in genere attribuibile al latte vaccino o alla soia, si realizza in lattanti che, nei primi mesi di vita, mostrano vomito intermittente, diarrea, talora muco ematica, distensione addominale, mancato accrescimento e/o calo ponderale. La diagnosi è essenzialmente clinica e poggia sul dato anamnestico di almeno due episodi tipici, successivi all’introduzione dell’alimento sospetto, in un bambino che, una volta escluso quel cibo dalla dieta, ritorna rapidamente alla normalità. Non esistendo dati di laboratorio o strumentali tipici dell’affezione, la diagnosi di FPIES spesso viene omessa il che, se da un lato comporta il rischio di episodi acuti molto severi, dall’altro fa sì che il bambino sia esposto a un iter diagnostico il più delle volte superfluo e invasivo.

Scarica il PDF