Le reazioni di ipersensibilità agli antibiotici beta-lattamici

A cura della Commissione Farmaci Latice della SIAIP: Fabrizio Franceschini1, Silvia Caimmi2, Carlo Caffarelli3, Diego G. Peroni4, Giuseppe Crisafulli5, Roberto Bernardini6(coordinatore)

1UOC Pediatria, Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti”, Ancona; 2Clinica Pediatrica, Fondazione IRCCS, Policlinico San Matteo, Pavia; 3Clinica Pediatrica, Dipartimento di Pediatria, Università di Parma; 4Dipartimento di Pediatria, Università di Verona; 5UO Allergologia, Dipartimento di Pediatria, Università di Messina; 6UOC Pediatria, Nuovo Ospedale San Giuseppe, Empoli

Le penicilline e le cefalosporine sono gli antibiotici più utilizzati per il trattamento di infezioni comuni e sono le due principali classi di farmaci beta-lattamici. Sulla base del tempo di comparsa della reazione dopo la somministrazione del farmaco e per scopi diagnostici, le reazioni di ipersensibilità ai beta-lattamici sono state classificate come immediate o non immediate. Se un paziente riferisce una sospetta reazione avversa, è necessario confermare o meno la natura immuno-mediata di tale reazione. L’iter diagnostico si basa principalmente sull’analisi dettagliata della storia clinica, sui test cutanei e se necessario sui test di provocazione oltre che sui test in vitro. In caso di dimostrata reazione da ipersensibilità allergica a un beta-lattamico, tale farmaco deve essere evitato. Tuttavia, in alcuni casi, non esiste nessun trattamento alternativo, per cui è necessario sottoporre il paziente a procedure di desensibilizzazione.

Parole chiave: ipersensibilità ai farmaci, antibiotici beta-lattamici, test di provocazione, desensibilizzazione

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